Risorgive e Fontanili
La formazione di una risorgiva è un fenomeno naturale non molto diffuso in natura, in quanto la sua formazione necessita di una serie di cause di difficile ripetibilità. Nel versante appenninico della Pianura Padana le risorgive sono infatti piuttosto rare e di modesta portata in quanto la scarsità dei depositi grossolani (i ghiacciai erano poco estesi) limita di molto la ricarica della falda. Nel versante alpino, invece, la fascia delle risorgive che può avere un’ampiezza fino a 50 chilometri, si estende in modo pressochè continuo dal Piemonte al Friuli mantenendosi parallela ai piedi dei rilievi, interrotta soltanto in corrispondenza dei Monti Berici e dei Colli Euganei.
A partire dalla fine del Würmiano fino all’inizio della prima colonizzazione romana gli affioramenti spontanei della falda freatica concorrevano in modo predominante alla morfologia della media pianura che appariva disseminata di acquitrini e zone umide ricoperte da una foresta planiziale.
L’intervento dell’uomo ha trasformato le risorgive in fontanili concentrando i punti di emergenza, nell’intento di bonificare le zone circostanti e renderle adatte alla coltivazione. Il fontanile si ottiene ampliando gli avvallamenti naturali del terreno per favorire la venuta a giorno dell’acqua, formando una “testa” più o meno rotondeggiante che può raccogliere più affioramenti (“occhi”). L’acqua così raccolta viene convogliata in un canale o “asta”.
A loro volta le aste vengono riunite fino a formare rogge o veri e propri fiumi di risorgiva.
I punti di affioramento delle acque appaiono spesso allineati in quanto le acque di falda scorrono seguendo preferibilmente la linea di antichi alvei ormai interrati. La caratteristica principale delle acque di risorgiva è quella di avere una temperatura costante, 11°-12°C, che risente delle variazioni stagionali con un ritardo di 2-4 mesi in modo tale da essere più fredde in Aprile e più calde in Ottobre, creando particolari microclimi. La presenza di bolle di gas può essere connessa a fenomeni di putrefazione a carico di vegetali sepolti dai sedimenti, data anche la scarsa presenza di ossigeno disciolto nell’acqua di falda.
A partire dalla fine del Würmiano fino all’inizio della prima colonizzazione romana gli affioramenti spontanei della falda freatica concorrevano in modo predominante alla morfologia della media pianura che appariva disseminata di acquitrini e zone umide ricoperte da una foresta planiziale.
L’intervento dell’uomo ha trasformato le risorgive in fontanili concentrando i punti di emergenza, nell’intento di bonificare le zone circostanti e renderle adatte alla coltivazione. Il fontanile si ottiene ampliando gli avvallamenti naturali del terreno per favorire la venuta a giorno dell’acqua, formando una “testa” più o meno rotondeggiante che può raccogliere più affioramenti (“occhi”). L’acqua così raccolta viene convogliata in un canale o “asta”.
A loro volta le aste vengono riunite fino a formare rogge o veri e propri fiumi di risorgiva.
I punti di affioramento delle acque appaiono spesso allineati in quanto le acque di falda scorrono seguendo preferibilmente la linea di antichi alvei ormai interrati. La caratteristica principale delle acque di risorgiva è quella di avere una temperatura costante, 11°-12°C, che risente delle variazioni stagionali con un ritardo di 2-4 mesi in modo tale da essere più fredde in Aprile e più calde in Ottobre, creando particolari microclimi. La presenza di bolle di gas può essere connessa a fenomeni di putrefazione a carico di vegetali sepolti dai sedimenti, data anche la scarsa presenza di ossigeno disciolto nell’acqua di falda.